La CPT, Comissão Pastoral da Terra, organizzazione che mi
ospita qui a Recife, nasce in Brasile nel 1975 per dare supporto e proteggere i
contadini e i popoli dell’Amazzonia nella loro lotta contro l’esproprio delle
terre, l’ideologia capitalista e le violenze subite dalla dittatura militare
che governava il paese in quel periodo. Ancora oggi, nonostante il governo
democratico, la CPT lavora al fianco dei contadini costretti a lavorare in
condizioni di schiavitù nelle monoculture delle multinazionali. Attraverso
raccolta dati, realizzazioni di documentari e articoli la CPT denuncia
politicamente le oppressioni subite dai contadini cercando di sensibilizzare
l’opinione pubblica; favorisce, attraverso il lavoro sul campo di equipe
specializzate, la nascita di nuove comunità contadine libere; promuove l’alfabetizzazione
dei contadini come pratica di emancipazione sociale e riconoscimento dei propri
diritti; promuove la nascita di “banche dei semi” come resistenza attiva contro
l’uso e la vendita sistematica dei semi geneticamente modificati da parte delle
multinazionali; crea un report annuale su tutti gli atti di resistenza e di
oppressione dei sem terra, che viene presentato come documento politico di
denuncia.
Non starò qui a scrivere tutte le cose tecniche del mio tirocinio,
ma vorrei soffermarmi sulle emozioni. Per chi comunque volesse saperne di più
sulle attività di questa esperienza, vi rimando al mio blog:
www.recifeandataritorno.blogspot.it grazie!!
Quando si vivono esperienze così forti, piene, vive, è sempre
difficile esprimere tutto ciò che proviamo.. e soprattutto trovare le parole
giuste per farlo. Allora è da qui che parto a descrivere la mia esperienza nel
Nordest del Brasile, dalla NON parola. Quante volte mi sono trovato davanti a
paesaggi, occhi, storie di vita e sono rimasto li, per alcuni secondi,
imbambolato, stupito, senza riuscire a pronunciare niente, forse fermo ad
ascoltare il grido del Sud del mondo che lotta, soffre, vive. E' capitato
vedendo i paesaggi del sertão, nell'entroterra brasiliano, dove non piove da
mesi, dove tutto sembra desertico, ma dove la terra invece è viva, la gente è
viva e basta qualche ora di pioggia perchè tutto rinasca e rifiorisca, dalle
piante ai fiori alla speranza nei cuori di chi sa che qui la lotta per vivere è
dura, ma va vissuta fino in fondo. E' capitato ascoltando le storie di chi per
anni ha lottato e sta lottando contro i fazenderos e il governo per avere una
terra in cui vivere, fare crescere la propria famiglia e coltivare in pace,
senza veleni chimici. Quanti sgomberi hanno subito dalla polizia, quanta gente
incarcerata, uccisa. Eppure se li guardi negli occhi, vedi quel fuoco,
quell'orgoglio per avere vinto la battaglia, che consiste nell'avere una casa e
un pezzo di terra, bisogni primari. E' capitato quando passi in macchina nelle
piantagioni di canna da zucchero (usata come alimento ma soprattutto per la
produzione di etanolo) e per decine di minuti il paesaggio non cambia mai: solo
piante di canna e uomini piegati a raccoglierla, senza salario minimo, senza
cure sanitarie, schiavi delle multinazionali.
A volte immagino pure voi, compagni di avventure di ESF, che
rimanete li, occhi grandi e bocca aperta, senza parole davanti a ciò che state
vivendo...e questo ci unisce tutti, come ci ha unito il percorso fatto insieme,
che per me è stato molto importante e utile per vivere in pieno questo
tirocinio.
E io come sto? Sto bene, mi sento nel posto giusto al momento
giusto. Qui i miei ideali un po' impolverati hanno preso una bella pulitina.
Qui tutto è lotta, è teologia della liberazione, è marxismo, è Paulo Freire, è
Bibbia. Un miscuglio di cultura letteraria e di esperienze educative e di vita
all'apparenza insensato ma che invece è una bomba rivoluzionaria potente e
efficacie, che emancipa pienamente le comunità. E' quello che cerco da una vita,
è quella sensazione che ho cercato invano in Italia e forse anche in Africa.. Ora
che ho capito cos'è, che l'ho vissuta concretamente, la parte importante e più
difficile e custodirla dentro di me e portarla oltreoceano, dandole una forma
adatta al contesto italiano in cui vivo e lotto.
Non vedo l'ora di riabbracciarvi tutti e soprattutto di guardarvi
negli occhi....
Abraço
Miki
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